Università Cattolica del Sacro Cuore

Archivio Vincenzo Accame

Vincenzo Accame (Loano, 1932-Milano, 1999) ha operato su molteplici versanti convergenti – quello dell’espressione artistica, quello della critica e quello della traduzione – mantenendo una salda coerenza in relazione a fonti ispirative ed obiettivi di ricerca. Il rapporto tra soluzioni designatorie e designazioni, l’ambivalenza del segno (significante e significato) e i margini della sua ambiguità sono stati da lui espressi sia verbalmente che visualmente, operazione cui le stesse accurate traduzioni di Jarry non sono estranee. Sintetizzarne dunque l’apporto culturale nei termini – pur propri – di “pittura come scrittura” (titolo di una sua opera edita nel 1998) pare riduttivo. Fra le opere più rappresentative, “La pratica del segno” (1974) sul versante dell’espressione creativa e “Il segno poetico” (1977) e “Anestetica” (1998) sul versante critico. Al Congresso del Gruppo 63 di La Spezia, nel 1966, lesse alcune pagine de “L’incesto”, romanzo rimasto incompiuto, pagine che furono poi pubblicate in “Malebolge” della cui redazione fece parte. Dal 1971 al 1999 ha tenuto numerose mostre personali in gallerie d’arte di Milano, Genova, Como e Varese. Nel 1972 ha esposto alla Biennale di Venezia. All’estero, sue opere sono state esposte al Museo de Bellas Artes di Buenos Aires, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Finch College Museum di New York, al Musée d’Ixelles di Bruxelles, all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, all’Hyward Gallery di Londra e all’università del Québec di Montréal.

L’Archivio Accame comprende un carteggio di circa 400 lettere concernenti l’attività creativa e quella di redattore, sia della rivista “Malebolge” che nelle due Case Editrici per cui ha lavorato, prima la Mursia e poi la Bompiani. Al centro vi è la figura di Luciano Anceschi che Accame ebbe come professore quando frequentò il Liceo Vittorio Veneto a Milano e con cui intrattenne rapporti per molti anni. Al contorno figurano artisti e critici che hanno operato nell’ambito del Gruppo 63 e negli ambiti della poesia visiva. Fra i primi figurano Barilli, Carta, Curi, Davico Bonino, Mizzau, Scolari, Adriano Spatola, Maurizio Spatola. Fra i secondi figurano Blaine, Bory, Carrega, Isgrò, Torricelli, Mussio, Oberto Anna e Martino, Pignotti, Sanesi, Verdi, Vitone. In un contorno più esteso e dunque comprendente anche molti aspetti della sua vita privata figura il carteggio con Pietro Sormani, giornalista del “Corriere della Sera” e artista (124 lettere).

Accanto al corpus delle lettere, l’archivio raccoglie un gruppo di riviste, contigue agli argomenti delle lettere, fra le quali spicca tutto il pubblicato di “Ana eccetera”, la rivista di Anna e Martino Oberto, oltre ad alcuni numeri di “Tre rosso”, “Malebolge”, “Marcatrè”, “Il corpo” e al numero speciale di “Phantomas” 1964 dedicato alla poesia italiana, con presentazione di autori e antologia.

L’archivio è in corso di ordinamento e inventariazione.